December 29, 2017

Incontro Formativo Diocesi di Albano per il Reddito di Inclusione Sociale



La Diocesi di Albano ha realizzato un Primo Incontro Formativo con i Volontari Caritas di tutte le Parrocchie in riguardo al Reddito di Inclusione Sociale per le Famiglie e Persone in stato di necessità. 


Nella Foto troviamo la Senatrice Anna Maria Parente con Don Gabriele Direttore della Caritas Diocesana e i Volontari Catherine, Gilda, Giorgio e Gianna e tanti altri Volontari nelle altre foto che provengono di tutte le Parrocchie della Diocesi di Albano e che hanno partecipato all' Incontro.


La Senatrice Anna Maria Parente  Relatrice della Legge e Membro della Commissione del Lavoro e delle Politiche Sociali ha iniziato questo incontro per Formare i Volontari della Caritas della Diocesi di Albano riguardando questa nuova legge ed altre nuove attività che aiutano per il ritorno al lavoro e la formazione.


Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha confermato il Reddito di Inclusione dal 1 Dicembre 2017.



Come ha spiegato la Senatrice Anna Maria Parente tutti siamo un Equipe e dobbiamo indirizzare alle persone e famiglie in difficoltà per motivi di lavoro o salute a rivolgersi agli Uffici del Comune di Appartenenza, Servizi Sociali e Patronati o CAF. Per compilare la domanda e per accertarsi di avere i requisiti della Legge.






Troverete sotto i Requisiti di Residenza e di Famiglia, la Intervista Completa della Senatrice in riguardo alla Legge del Reddito di Inclusione Sociale.


Nelle Fotografie si vedono gli Operatori Caritas di Tutte le Parrocchie della Diocesi di Albano nell'Incontro Formativo.


Requisiti di Residenza e Soggiorno

  • i cittadini italiani ed i cittadini comunitari

  • i familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente.
  • i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo
  • gli stranieri titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria), che siano residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda.
  • inoltre il richiedente deve essere residente in Italia da almeno due anni, al momento della richiesta del REI.


Requisiti Familiari 
Il nucleo familiare deve trovarsi in almeno una delle seguenti condizioni:
  • presenza di un minorenne
  • presenza di una persona con disabilità e di almeno un suo genitore o un suo tutore.
  • presenza di una donna in stato di gravidanza accertata (nel caso in cui sia l'unico requisito familiare posseduto, la domanda può essere presentata non prima di quattro mesi dalla data presunta del parto e deve essere corredata da documentazione medica rilasciata da una struttura pubblica).
  • presenza di una persona di età pari o superiore a 55 anni che si trovi in stato di disoccupazione.
Per Consultare la completa informazione e Legge Reddito di Inclusione Sociale


Proponiamo un’intervista della Dott.ssa  Annamaria Parente 
"Lotta alla povertà, missione del nostro tempo".


La Senatrice è Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Lavoro e Politiche Sociali del Senato e relatrice della legge delega sul contrasto alla povertà
  
Può descrivere brevemente il percorso che ha portato al decreto legislativo n.147 del 15 settembre 2017 e quali sono state le principali difficoltà incontrate?

Il 28 gennaio 2016 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge delega recante norme relative al contrasto alla povertà̀ collegato alla legge di stabilità 2016. Il 1° marzo 2016 è iniziato l’esame della Camera ed è stato approvato definitivamente dall'Assemblea della Camera nella seduta del 14 luglio 2016. 

In seguito, il provvedimento è passato al Senato che ne ha concluso l’esame nella seduta del 9 marzo 2017, approvandolo nel testo trasmesso dalla Camera.
La legge delega è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (Serie Generale) n.70 del 24 marzo 2017. Il Consiglio dei Ministri del 9 giugno 2017 ha approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo di attuazione della legge 15 marzo 2017, n. 33 sul contrasto della povertà̀.
Le Camere hanno approvato i pareri prima dell’estate e il Decreto legislativo n. 147 del 15 settembre 2017 è stato così pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 240 del 13 ottobre 2017.Infine la legge di bilancio 2018 ha stanziato 300 milioni di euro in più nel 2018, 700 nel 2019, 900 dal 2020.

La difficoltà maggiore è stata quella di rendere davvero la misura universale.  Ma ce l’abbiamo fatta nella legge di bilancio di quest’anno. Dal 1 luglio i beneficiari saranno le persone e le famiglie sotto la soglia, ” i più poveri tra i poveri” come ci ha sempre sollecitato Alleanza contro la povertà. É la prima volta in Italia di un intervento di contrasto alla povertà che supera le priorità categoriali. Si tratta di una grande conquista di giustizia.

Il REI, per come è stato pensato, favorisce un incontro tra politiche attive del lavoro e politiche di welfare. In che modo? Con quali obiettivi?

Si. Intanto il Rei interviene sui cambiamenti del paradigma della povertà in Italia.  Spesso si trovano in difficoltà, anche momentanea, le persone che perdono il lavoro. Per questo nella norma è previsto che, se dall'analisi preliminare emerge che la prima emergenza, è l’accompagnamento al lavoro, i servizi sociali dei comuni devono indirizzare i bisognosi ai centri per l’impiego per realizzare il patto di servizio. Occorre quindi sui territori una visione di sistema del welfare che non è assistenziale, ma di attivazione.

 É una questione anche di approccio e di mentalità, che può rappresentare un rinnovamento del sociale in senso generativo. Il Rei é nato per innescare un circuito virtuoso in cui si fa leva sulle risorse e sulle capacità dei soggetti stessi in difficoltà con il sostegno di un sistema sociale efficiente.

In che senso il REI può favorire lo sviluppo di sistemi di welfare più equi e adeguati ai contesti territoriali? Quale ruolo può giocare il terzo settore?

In questo nuovo modello di welfare “generativo” il terzo settore ha un ruolo essenziale. Già sui territori molte associazioni sostengono le persone e le famiglie, che spesso non hanno il coraggio di rivolgersi alle istituzioni per timori, vergogna, diffidenza. Ora con il Rei i comuni, gli ambiti devono avere costantemente al fianco il terzo settore, per azioni sinergiche e di sistema.

Abbiamo bisogno di infondere carità nelle istituzioni, tra i volontari, tra i politici, per affrontare la lotta alla povertà. Ed anche tra i non credenti può valere una delle frasi del bellissimo “Inno alla Carità” di San Paolo “se anche distribuissi tutte le mie sostanze (….), ma non avessi la carità, niente mi giova. ”

Una legge non basta a rendere la carità un’azione politica. Per fare della carità la forma politica di contrasto alla povertà, essa deve essere vissuta come innovazione sociale per superare le difficoltà sui territori.  Ora dobbiamo sentirci impegnati nell'attuazione pratica della legge, potremmo indicare alcune zone del paese e farne una sorta di ” incubatrice” per esperienze virtuose.

Quale ruolo strategico può avere la Rete della protezione e dell’inclusione sociale introdotta dal decreto legislativo n. 147? Quali misure possono accompagnare l’introduzione del REI per consentire una sostanziale riduzione delle situazioni di disuguaglianza presenti nei diversi contesti territoriali?

I ruoli della Rete devono essere essenzialmente quello di attuare un’effettiva omogeneità territoriale degli interventi e l’elaborazione dei Piani nazionali, coinvolgendo le parti sociali e gli organismi di rappresentanza del terzo settore.

Per accompagnare il Rei dovremmo innanzitutto collegare, sui territori, tutta la filiera degli interventi di contrasto alla povertà. Penso innanzitutto ai progetti per combattere la povertà educativa dei minori, promossi dalla Fondazione con il Sud grazie ad una norma contenuta nella legge di bilancio dell’anno scorso. E poi bisognerebbe dar vita ad una struttura di missione di contrasto alla povertà presso Palazzo Chigi. La lotta alla povertà è la “missione” del nostro tempo per una società equa che permetta parità di Accesso alle opportunità a tutte e tutti.


Tutta la Diocesi di Albano, le Parrocchie e Tutti i Volontari Ringraziano per la disponibilità e siamo pronti per nuove attività per aiutare alle famiglie a ritornare al Lavoro ed alla Formazione delle Risorse Umane.





Rivista Numeri 29 Dicembre 2017